venerdì 8 aprile 2022

Il Dio che toglie il male dal mondo

Se Dio esiste, allora perché il male? La domanda ha radici antiche e profonde. Uno stuolo di filosofi dell’antichità, trai quali Lucrezio, aveva fatto di questo argomento una “prova” per l’ateismo. “Dio – dicevano – o vuole cancellare il male e non può; o lo può e non vuole; o lo può e lo vuole. Se vuole soltanto e non può, è debole, cosa che non vale per Dio. Se può e non vuole è malevolo, cosa che ugualmente è estranea alla natura di Dio. Se non vuole e non può, è sia malevolo, sia debole, e ciò non è Dio. Ma se vuole e può, l’unica condizione che si addica a Dio: allora da dove vengono i mali e perché non li sconfigge?”. Noi cristiani sappiamo che Dio vuole e può togliere il male dalla storia dell’uomo, e proprio nella Pasqua annunciamo questo avvenimento dal quale non si torna più indietro. Ma oggi continuano le obiezioni di questo tenore, anzi, sono diventate pensiero dominante e spicciolo. Qualche mese fa il meccanico mi ha riparato sì l’automobile ma ha cominciato anche a riempirmi la testa di rimostranze contro la malvagità degli uomini, arrivando più o meno alle stesse conclusioni di Lucrezio & company. Simili conclusioni le sentiamo dagli intelletti più elevati che di professione magari fanno anche i pensatori. In un mondo dove soffrono i bambini innocenti, dove sta Dio e cosa fa? Ormai la dilagante ondata di orrori causati dalla guerra ci incupisce ancora di più le giornate. Una notte, ha detto Papa Francesco a Malta, è calata sull’umanità. Dov’è la speranza? In cosa consisterà mai? Il XXI secolo sembra essere tornato alle epoche precarie e buie del passato, quando gli uomini non avevano grandi aspettative sul futuro. La felicità promessa dalle mitologie tecnocratiche, nonché filosofiche, della Belle Époque, si è rivelata finalmente un’illusione. I continuatori di Compte e Marx, presi così sul serio nei palazzi europei del potere, oggi cosa diranno? Il papato, che su questo ci si è impuntato per un secolo (da Pio XII a oggi), ora non può che constatare con amarezza il panorama di regressione globale: armamenti, sanzioni, una guerra per procura tra le potenze mondiali con la quale si rischia tantissimo. E Francesco si è aggrappato alla Vergine di Fatima, il 25 marzo scorso, facendo uno straordinario atto di Consacrazione che dovrebbe dirci ormai tutto. Purtroppo c’è la tendenza, anche in ambiti possibilmente estranei alle derive della postmodernità, a farsi “complici” di un pensiero debole avvitato su se stesso. Ed ecco il Cristo che muore per dimostrare, forse, la sua empatia (altra parola in voga), per soffrire un po’ con noi. Oltre, nella croce, non sarebbe dato vedere. L’approccio ha le sue plausibilità e una parte di esattezza. Ma il cristiano non può fermarsi a quest’Uomo inviato da Dio che è stato innalzato da terra  su una tavola di legno, una mattina di aprile di due millenni fa, solo per consolarci un po’. Noi cristiani sappiamo che la passione di Gesù non è soltanto questo. È l’avvenimento che ha spaccato in due la storia, che ha rivelato definitivamente la bontà di Dio e la sconfitta del male, di tutti i tempi e di ogni genere. “Per le sue piaghe noi siamo stai guariti”. Le coordinate di Isaia 53 sono state e rimangono la sapienza del cuore che crede. Del resto, tutto l’Antico Testamento è percorso dal tema dell’innocente che sparge il suo sangue (sia esso uomo, donna o animale). Già nell’agnello dell’esodo vediamo il perché di quella che oggi, per i salutisti vegani, appare una crudeltà da evitare. Per una mentalità razionalistica, per di più a digiuno di linguaggi e simboli religiosi, appare naturalmente insensato che un innocente debba soffrire senza motivo (è stoltezza, lo diceva già san Paolo riferendosi ai benpensanti greci del suo tempo). Ma se, come noi crediamo, sulle spalle del Nazareno (l’unico vero uomo innocente della storia) si è scatenato l’indicibile orrore della croce, allora possiamo e dobbiamo dire ancora una volta: la nostra vita trabocca di senso, la nostra storia non naufragherà mai nel nulla, perché essa è percorsa e abbracciata da un Amore immenso che vibra sin nelle sue pieghe più nascoste. Il cristianesimo, secondo alcuni bollito, continua invece ad essere la religione più rivoluzionaria di sempre. Perché un Dio che decide di salvare gli uomini in questa maniera, appeso a una croce, e che anzi proprio della croce fa la manifestazione, nella storia, del suo Regno eterno di pace e di amore, non è soltanto un Dio Buono (e già questo è il punto di arrivo di tutta la vicenda umana), ma è anche un Dio immensamente potente (non il Dio impotente degli epicurei che non riesce a togliere il male). Non dobbiamo avere alcun timore delle cose bruttissime che accadono nel mondo, perché la luce della croce sarà sempre vittoriosa e indistruttibile. Le potenze del male non prevarranno mai. Il mattino di Pasqua sarà la nostra gioia senza fine, un mattino da costruire con pazienza già qui e ora, nella nostra storia. È questo che crediamo e annunciamo. Auguri di una Buona Pasqua a tutti voi! Che la Pace di Cristo regni nei nostri cuori e nel mondo intero!