sabato 3 aprile 2021

Croce e Resurrezione. La sapienza di Dio va oltre le logiche del mondo

Le previsioni sulla fine della pandemia si rincorrono di giorno in giorno senza arrivare a nulla di certo. Tornare alla normalità è desiderio di tutti, ma il concetto che questa pantragedia dovrebbe inculcarci è presto dimenticato. L’anno scorso Papa Francesco aveva sussurrato al mondo, con il crocifisso issato su una piazza San Pietro spettrale, che il coronavirus era molto di più che un morbo asiatico, ma una malattia spirituale rivelativa delle problematicità del nostro sistema di vita e di pensiero. Ma a sentire gli esperti che promettono piani di vaccinazione fenomenali e strepitosi, per tornare il più presto possibile ai segni più del PIL, viene da pensare che no, la lezione non la stiamo imparando per niente. Non ce l’ho con la scienza e nemmeno con i politici. Fanno il loro mestiere, non si può chiedere di meglio. Ma le nostre coscienze, quelle di persone credenti che annunciano la resurrezione di Cristo, devono interrogarsi seriamente sulle macerie di questa globalizzazione tritatutto, che ha mostrato il suo volto inquietante. Stiamo vivendo la prima pandemia dalla storia, il primo contagio di massa in tempo reale, per cui l’euforia di questo trentennio di belle epoque tardo novecentesca si è tramutata nel peggior incubo: virus indomabili e dei quali essere poco allegri circolanti a tempi di record. Con tutte le varianti (inglese, newyorkese, brasiliana) che dicono quanto piccolo e interconnesso sia ormai questo pianeta. Altro che villaggio globale di mcluhaniana memoria! Viviamo in un vicolo globale per cui la persona che starnutisce a New York alle 10 del mattino infetta Parigi a mezzogiorno. Al di là di tutto l’umorismo sdrammatizzante (per quanto realistico) che uno può fare, non intendo buttarla sul filosofico, né sul sentimentale e nemmeno sul moralistico. Pasqua è  il cuore della fede cristiana e voglio aggiornare il mio blog con queste poche righe pensando ancora una volta, come l’anno scorso, al grande insegnamento della Croce. Mi faccio guidare da quel genio che è stato San Paolo, il quale scrisse: “Dov'è il sapiente? Dov'è il dotto? Dov'è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini”. Parole, prese dalla prima Lettera ai Corinzi, che ci mettono in guardia ancora oggi sulle traballanti certezze del mondo. Ci possiamo illudere di pseudoverità, di miti del progresso scientifico, di vaccini potentissimi che sgomineranno il virus, di case straripanti di cose inutili, ma la croce di Cristo sarà sempre lì a insegnarci la difficoltà dell’esistenza umana e la sua unica redenzione possibile: l'abisso di amore di un Dio le cui vie egli ha tracciato in questa stessa storia di carne. Un Dio crocifisso è ancora oggi, come ai tempi di San Paolo, impossibile da credere. L'umanità è troppo presa dalla sua ricerca di possesso e di immortalità, dalle sue sottili filosofie che si disperano o si aggrappano all'utopia dell'ipertecnica, nuova forma secolarizzata del miracolo. “Ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini”. È proprio in quel Segno, così opaco, che la fede riconosce uno spiraglio di calda luce, un Dio eterno che ha rivelato il suo Amore smisurato per ciascuno di noi e per tutto il cosmo. Il legno della croce è il nuovo albero della vita e ci insegna che non dobbiamo mai gettare la spugna davanti alle difficoltà dell'esistenza, che Dio sa trarre il bene da ciò che appare impossibile e che l'uomo non può regnare su questa terra come un monarca dispotico o come un goffo pianificatore del suo destino: il male sarà sempre in agguato. Solo rigenerando dall'interno la sofferenza nostra e delle creature del cosmo, noi saremo davvero uomini nuovi in cammino verso la vita eterna. Il mattino di Pasqua sia il nostro canto di gioia. La certezza che solo un Dio, e un Dio crocifisso, può salvare il nostro pianeta e la nostra vita. Cristo, Potenza di Dio e Sapienza di Dio, è risorto. Alleluja! Buona Pasqua a tutti voi.