Il Blog di Antonio Marguccio. Per difendere la Santa Chiesa Cattolica e il Papa
mercoledì 16 luglio 2025
La Verna, dove San Francesco divenne tutto di Cristo
Alcuni giorni nel santuario della Verna, posto ad oltre 1.000 metri di altezza in mezzo ai boschi del Casentino, in provincia di Arezzo, sono stati spunto per conoscere “da vicino” la figura di San Francesco, oggetto in questi ultimi anni di una serie di anniversari: il primo presepe, l'approvazione della Regola da parte di Onorio III, la redazione del cantico delle creature e le stimmate, ricevute proprio su questo monte “che per santità non ha eguali al mondo” tra il 13 e il 14 settembre del 1224. Tenute nella segretezza, conosciute solo dai frati a lui più vicini, come frate Leone, questo avvenimento fu il sigillo della vita di Francesco, divenuto un alter Christus fino al punto da portare i segni delle piaghe del Crocifisso. Le stimmate sono indissolubilmente legate alla spiritualità della Verna. Ogni giorno, subito dopo l'ora nona (alle 3 del pomeriggio), parte una solenne processione con grande partecipazione di frati e di pellegrini dalla Basilica dell'Assunta verso la cappella delle stimmate. Qui un rombo intagliato nel pavimento fa scorgere il pezzo di pietra dove, secondo la tradizione, si trovava il Poverello d'Assisi al momento della celebre visione. Tra l'altro, percorrendo il corridoio che porta alla cappella, si costeggia il fianco roccioso della montagna che custodisce uno dei luoghi più impressionanti, il sasso a forma di parallelepipedo che san Francesco aveva scelto come suo giaciglio, nelle notti scandite dalla preghiera all'interno di una grotta inghiottita da “sorella madre terra”. Sotto queste pietre frantumate e incastrate tra di loro San Francesco vedeva i segni della passione di Cristo, delle sue ferite corporee in qualche modo partecipate dalla natura. Un altro ambiente pittoresco, chiamato Sasso Spicco, era uno dei suoi rifugi preferiti, dove una tettoia molto scoscesa ancora oggi offre riparo e meditazione. Non è raro imbattersi in pellegrini che vi recitano delle preghiere. La Verna è anche un luogo artistico di massima bellezza. Le famose “robbiane”, ceramiche invetriate quattro-cinquecentesche, regalano straordinarie esperienze estetiche e spirituali (in particolare l'Ascensione di Cristo, dalla quale non riuscivo a staccarmi). Il santuario conserva anche delle memorie eccezionali, come il grezzo saio indossato da San Francesco proprio nel momento di ricevere le stimmate (tornato nel 2001 dopo essere stato oltre 500 anni a Firenze), il suo bastone da viaggio, un pezzo del cordone, addirittura un lembo di tessuto imbevuto di sangue, a contatto con il suo fianco stigmatizzato. Le reliquie, in buonissimo stato di conservazione, parlano ancora la lingua del Vangelo “sine glossa” e restituiscono un'immagine molto concreta della spiritualità di San Francesco.