domenica 14 settembre 2014

“La guerra è una follia”. La pace di Francesco sulla scia dei Papi del Novecento


http://media02.radiovaticana.va/photo/2014/09/13/AFP3547599_LancioGrande.jpgDavanti al Sacrario di Redipuglia, un'imponente piramide a gradoni che conserva le spoglie di oltre centomila soldati italiani morti durante la prima Guerra Mondiale, Papa Francesco, prima di iniziare l'Eucarestia, ha alzato lo sguardo per vedere le tre croci che si stagliavano su un cielo grigio.
É stato fermo per un attimo a osservare il calvario, pensando probabilmente a quel Cristo che continua ad essere crocifisso nella storia e magari ha il volto di ragazzi giovanissimi mandati al macello per conquistare una collinetta o qualche metro di confine. “Trovandomi qui, in questo luogo - ha detto al termine dell'omelia - posso dire soltanto: la guerra è una follia”. Da diversi mesi, a causa della guerra in Siria e Palestina e dell'escalation militare in Iraq, Francesco ha moltiplicato i suoi appelli di pace, riallacciandosi ad alcuni punti fermi del magistero pontificio del Novecento. Ha citato l'“inutile strage” di Benedetto XV e soprattutto il celebre radiomessaggio di Pio XII dell'agosto 1939, affermando che “tutto si perde con la guerra, tutto di guadagna con la pace”. In realtà il testo ufficiale di Papa Pacelli è leggermente diverso: “Con la pace nulla è perduto, tutto può essere perduto con la guerra”. Questa piccola differenza mi ha subito incuriosito. Pio XII in effetti lanciò il suo appello quando la bomba atomica non era stata ancora inventata e la guerra, in base alla dottrina cattolica classica, poteva in teoria essere ammessa in casi estremi. Pochi anni dopo, nella Pacem in terris, Giovanni XXIII avrebbe però messo in guardia l'umanità dal ricorrere a una simile forza distruttiva, sostenendo che la guerra era ormai qualcosa che andava contro il buon senso, era “aliena dalla ragione”. Proprio così, oggi, l'ha definita Papa Francesco. Che, evocando lo spettro di una “terza guerra mondiale combattuta a pezzi”, l'ha chiamata “follia” e ha invocato il pianto per le vittime di ieri e di oggi.