martedì 11 novembre 2014

Le nozze gay “forme distruttive” e “cavalli di troia”. Quel filo invisibile tra Papa Francesco e il cardinale Bagnasco

Il cardinale Bagnasco è intervenuto ieri alla 67ma Assemblea straordinaria dei Vescovi che si tiene ad Assisi e ha definito un “cavallo di Troia” i tentativi di equiparare le nozze gay al matrimonio. “È irresponsabile – ha detto – indebolire la famiglia creando nuove figure per scalzare culturalmente e socialmente il nucleo portante della persona e dell'umano”. Oggi il quotidiano la Repubblica, in un articolo di Marco Ansaldo, ha risposto a Bagnasco per bocca del fondatore dell'arcigay, Franco Grillini. “Ci domandiamo – afferma Grillini – se il cardinale abbia seguito attentamente le cose che ha detto il suo superiore, ovvero 'chi sei tu per giudicare?'”. Francamente, non ne possiamo più di questo teorema che va avanti da mesi.
Ogni volta che esponenti della Chiesa italiana ripropongono il magistero cattolico di sempre sulla famiglia e sui gay, arriva qualcuno a dire che le cose sono cambiate e che il Papa non la pensa così. Immancabilmente, si cita la famosa intervista di Bergoglio sul volo di rientro da Rio de Janeiro, “Chi sono io per giudicare un gay?”. L'intervista però andrebbe citata nella sua interezza: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?”. È l'esatto contrario di quello che si vuole far credere. Francesco non ha mai e poi mai approvato le unioni di persone omosessuali, né l'omosessualità in quanto tale. Ha,invece, accolto con paternità quei gay che riconoscono la loro situazione e si rimboccano le maniche per seguire il Signore. E questo, omosessualità o meno, è un consiglio che vale per tutti i cattolici. Ognuno è chiamato, ogni giorno, a prendere la sua croce e seguire il Signore, che sempre ci precede con la sua Croce! Un altro teorema che vale la pena di smascherare è l'accusa rivolta alla CEI di usare un lessico troppo ruvido, non in linea con il nuovo approccio pastorale berglogliano. Anche questa è una balla. Basterebbe rileggere le parole di Francesco al movimento apostolico Schoenstatt, lo scorso 25 ottobre, per rendersene conto. Ha detto il Papa a proposito di una famiglia tradizionale che viene oggi sistematicamente bastonata: “Che la famiglia sia colpita, che la famiglia venga colpita e che la famiglia venga imbastardita, come, va bene, è un modo di associazione… Si può chiamare famiglia tutto, no? Quante famiglie sono divise, quanti matrimoni rotti, quanto relativismo nella concezione del Sacramento del Matrimonio. In questo momento, da un punto di vista sociologico e dal punto di vista dei valori umani, come appunto del Sacramento cattolico, del Sacramento cristiano, c’è una crisi della famiglia, crisi perché la bastonano da tutte le parti e la lasciano molto ferita!”. A riguardo delle unioni gay è stato ancora più deciso: “Sono nuove forme, totalmente distruttive e limitative della grandezza dell’amore del matrimonio”. Il vero problema è che queste dichiarazioni vengono regolarmente silenziate dai grandi mass media di sinistra, ormai autoallucinati da un Bergoglio che è solo il pallido riflesso della realtà. I fatti ci dicono un'altra cosa. Comunque le si voglia chiamare, “forme distruttive” o “cavalli di troia”, le nozze gay irritano molto la Chiesa perché sono qualcosa di profondamente contrario a quegli imperativi morali universali prima ancora che cristiani.