sabato 11 ottobre 2025

Leone XIV dalla piazza. Emozione al grido di “Viva il Papa!”

È passato due volte, questa mattina, nello stesso punto, un “incrocio” della piazza illuminato da un cielo limpido e azzurro, incanto d’ottobre che fa risplendere la basilica di San Pietro di una bellezza indescrivibile. Leone XIV ad andatura lenta, lentissima. Tante lingue diverse si mescolano al passaggio della papamobile. Io, italianamente, non riesco a trattenere il grido di gioia, “Evviva il Papa!”, mentre lui sorride e saluta con un’amorevolezza che tocca il cuore. Come è stato per i suoi predecessori, sento di volere già tanto bene a Leone. Questa foto "esclusiva" l'ho scattata per voi, cari amici del blog, con la speranza che anche le vostre storie personali siano toccate dall’annuncio del Vangelo che sempre si rinnova nella Chiesa.

mercoledì 10 settembre 2025

L'inizio di Papa Leone. Alla ricerca dell'aggettivo perfetto. (Ma forse è un tranello)

Diceva qualcuno che la Chiesa non ha una strategia geopolitica, semplicemente perché, a dispetto di qualsiasi attore geopolitico, non ha un centro, ma è per definizione “universale”. Aveva ragione. Io aggiungerei che, a differenza di qualsiasi attore geopolitico, manca di un altro requisito fondamentale per sembrar tale: non ha una politica in senso proprio, in quanto la sua missione è di tipo “ultrapolitico”, cosa questa che la vede operativa su un livello completamente diverso e che solo di riflesso può avere una ricaduta “mondana”. Eppure, in questi quattro mesi di nuovo pontificato, i famigerati fiumi di inchiostro o di caratteri digitali sono scesi a valanga, descrivendoci con paroloni sopraffini complicate collocazioni geopolitiche internazioni intracuriali sinodali episcopali movimentiste, che vedrebbero la Catholica inserita nell'agone mondiale come un “impero” (proprio così) travagliato al suo interno e in cerca di punti di appoggio e di espansione nei confronti di Stati e culture. Peccato che la Chiesa osservata con tali lenti “laiche” risulti irrimediabilmente deformata come una caricatura di Forattini.

venerdì 18 luglio 2025

La villa dei sogni di ieri e di oggi che costò la vita a una donna cristiana

Pochi sanno che la villa più imponente dell'Impero Romano divenuta oggi famosissima e bramata dalle star e dai potenti di tutto il mondo (è notizia recente che un matrimonio di iperlusso si sia celebrato proprio nell'ambiente acquatico della villa, che per l'evento è stata chiusa al pubblico con un certo sgomento) sia costata la vita, all'epoca della sua costruzione, a una donna cristiana, di cui oggi ricorre la memoria liturgica. La villa di cui stiamo parlando è Villa Adriana, com'era facilmente intuibile, mentre la martire che la Chiesa ricorda è Santa Sinforosa, segnalata dal martirologio romano assieme ai suoi sette figli.

mercoledì 16 luglio 2025

La Verna, dove San Francesco divenne tutto di Cristo

Alcuni giorni nel santuario della Verna, posto ad oltre 1.000 metri di altezza in mezzo ai boschi del Casentino, in provincia di Arezzo, sono stati spunto per conoscere “da vicino” la figura di San Francesco, oggetto in questi ultimi anni di una serie di anniversari: il primo presepe, l'approvazione della Regola da parte di Onorio III, la redazione del cantico delle creature e le stimmate, ricevute proprio su questo monte “che per santità non ha eguali al mondo” tra il 13 e il 14 settembre del 1224.

domenica 11 maggio 2025

L'inizio di Leone XIV è un capolavoro di continuità con Francesco nel segno della tradizione

Da quando è stato eletto, il pomeriggio di appena tre giorni fa, il nuovo Papa con doppio passaporto statunitense e peruviano sta raccogliendo grande entusiasmo intorno a sé nonostante la personalità discreta e umile. L'ormai ex cardinale Prevost ha spiazzato tutti con la scelta di chiamarsi Leone XIV, un nome che si pensava desueto, inutilizzato da 122 anni e non legato a pontefici particolarmente famosi, se si eccettuano Leone Magno e Papa Gioacchino Pecci. Nel corso dell'incontro di ieri con il collegio cardinalizio, Papa Prevost ha parlato del perché di una tale scelta che dal mio punto di vista è davvero straordinaria. “Diverse – ha spiegato – sono le ragioni, però principalmente perché il Papa Leone XIII, con la storica Enciclica Rerum novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro”. Nel riferimento alla dottrina sociale e ai necessari sviluppi per affrontare il problema sempre più scottante delle “macchine pensanti” o “intelligenti”,  dunque, abbiamo già una fetta dell'indirizzo programmatico del nuovo pontefice, al quale senza dubbio gioverà la laurea in matematica (è il primo Papa della storia a possederne una). Di Papa Prevost sta stupendo proprio questo mix equilibrato e fecondo di riferimenti alla tradizione ecclesiale e di contemporaneità.

giovedì 8 maggio 2025

HABEMUS PAPAM! LEO XIV


Con grande emozione scrivo queste poche righe a caldo per ringraziare Dio del dono del nuovo Papa, il cardinale Robert Francis Prevost, eletto nel primo scrutinio di questo pomeriggio. Papa Prevost, statunitense, il primo della storia, si è presentato al mondo con un sorriso delicato ed emozionato, che ha subito toccato il cuore. La sua voce è poi risuonata decisa e mite al tempo stesso, segno di una profonda vita spirituale. Il nome scelto, Leone XIV, del tutto impronosticabile, rimanda immediatamente la memoria al grande Leone XIII, il Papa della Rerum Novarum e dell'apertura alla modernità di fine Ottocento, ma è probabile che altri motivi abbiano suggerito questa importante decisione.

lunedì 21 aprile 2025

Grazie Papa Francesco! Fino alla fine in mezzo a noi!

È il momento del dolore per la perdita inaspettata dell'amato Santo Padre Francesco. Ma anche della gratitudine a Dio che l'ha voluto a sé proprio oggi, il Lunedì dell'Angelo, che ci ricorda di non soffermarci su un sepolcro, ma di proiettarci nell'incontro con il Risorto. Sì, proprio come ci ha insegnato Papa Francesco, è questa una "speranza che non delude". Grazie Santità, per questi dodici anni a guida della Chiesa, tra mille difficoltà e problemi. Grazie per la sua freschezza di vita, grazie per il tanto bene che ha fatto agli uomini del nostro tempo, grazie per la limpidezza con la quale ha parlato, grazie per la semplicità del Vangelo vissuto e annunciato. Ero in piazza San Pietro, quel 13 marzo di dodici anni fa, quando sulla Loggia della Basilica comparve la figura del nuovo Papa. L'impressione fu immediata di grande bontà e serenità di animo e di grande forza spirituale. Quel popolo, da cui volle ricevere una benedizione, è sempre stato al centro del suo ministero. Ricordo che mi colpì molto uno dei suoi primi discorsi, nel quale si domandava come sarebbe stato il suo "tramonto". Adesso lo sappiamo. È stato il tramonto di un Pastore fedele e misericordioso, fino alla fine in mezzo alla gente. Grazie Papa Francesco!

 

sabato 19 aprile 2025

La voce di un soldato per capire Gesù

Non potendo presenziare alla Via Crucis, Papa Francesco ha consegnato ieri uno stupendo testo di spiritualità e di impegno sociale, a commento delle 14 stazioni che hanno scandito la pia devozione nello scenario monumentale del Colosseo. Tra i molti spunti che le meditazioni di Francesco offrono, uno mi è sembrato particolarmente significativo. Quando Gesù muore, il primo a riconoscere in quell'uomo il Figlio di Dio è un soldato, un centurione, che Marco mette quasi a sigillo di tutto il suo vangelo. Luca aggiunge che anche la folla che assiste a quella esecuzione rimane senza parole e addolorata. Scrive Papa Francesco: “Lo percepisce un militare, che osservando da vicino come muori riconosce un nuovo tipo di forza. Lo comprende la folla che aveva gridato contro di te: prima distante, incontra adesso lo spettacolo di un amore mai visto, bellezza che fa ricredere”. C'è questo passo dei vangeli che mi ha sempre profondamente colpito. Sembra che proprio nel momento della fine, umana e tragica, del Nazareno, quando il buio non solo emotivo ma persino fisico di un'eclissi solare comincia ad avvolgere la scena che si sta svolgendo al Golgota, di colpo nasca una nuova certezza, un nuovo inizio. Perché? Che cosa ha visto il centurione da spingersi a quella esclamazione così ardita?

domenica 23 marzo 2025

Il pollice alzato e lo schiaffo alle danze macabre. Le dimissioni di Francesco dal Gemelli

Se non è un miracolo, poco ci manca. Il saluto di Papa Francesco dal balcone del Gemelli e le sue dimissioni dall'ospedale, avvenute questa mattina dopo 39 giorni di ricovero, segnano la conclusione positiva di un momento difficilissimo del pontificato. Il peggio è passato (e ci sono state giornate davvero in bilico), per Francesco si apre ora una nuova fase, nella quale certamente dovrà fare i conti con la sua fragilità e con l'inevitabile ridimensionamento degli impegni pubblici, almeno per i mesi a seguire. Ma di questa storia che ha visto la mobilitazione di tanti cuori di cattolici di tutto il mondo, che formano il grande cuore pulsante dell'Ecclesia, tutta insieme orante per innalzare la sua preghiera a Pietro come ai tempi degli Apostoli viventi, rimane a mio avviso soprattutto l'ondata di fango, illazioni, millanterie, veleni e falsità sistematiche riversati dal sistema mediatico contro Papa Francesco.

domenica 16 febbraio 2025

Mentre impazza il preconclave mediatico, Papa Francesco invia l'angelus dal Gemelli e fa leggere una strepitosa omelia a San Pietro

Ci si affanna in queste ore a raccontare i retroscena del ricovero di Papa Francesco al policlinico Gemelli. Dai valori delle analisi “tutte sballate” ai pronostici sulla durata della degenza ospedaliera. E soprattutto non stanno mancando i soliti giochi vaticanistici che fin troppo hanno accompagnato il pontificato di Papa Francesco, da quel leggendario medico giapponese del 2015 che gettò scompiglio nell'arena mediatica e che si rivelò un gigantesco (e architettato) flop.

martedì 21 gennaio 2025

La Cappella Musicale Pontificia. Al passo coi tempi ma nel solco del proprio DNA

C'è un'istituzione in Vaticano che, con il passare del tempo, è rimasta sempre al suo posto senza diventare un reperto archeologico. Cambiamenti liturgici e nuove mode musicali non hanno cambiato il suo DNA profondo, che è quello di essere la “voce” delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice.