Sul numero di dicembre della rivista “Le Scienze” è apparso un articolo imbarazzante che se la prende con una biografia su Charles Darwin uscita pochi mesi fa in Inghilterra. L’autore del libro, Andrew Wilson, sarebbe colpevole di una visione poco commovente del naturalista di Down House, tutt’altro che un genio solitario e disinteressato ma un egocentrico in cerca di notorietà, in grado di far accogliere la sua teoria ad una cerchia di intellettuali influenti. L’articolo parla di un “Darwin infangato” e di una tendenza a ridiscutere il profilo dello scienziato inglese in questo inizio di secolo.
Ciò che sembra maggiormente infastidire la rivista italiana, emblema del giornalismo scientifico e laico, è tuttavia il legame tra evoluzionismo e dottrine sulla razza, l’eugenetica e l’utilità della guerra. Tutte propugnate, com’è noto, dai totalitarismi del Novecento, nazismo in testa. L’argomento in realtà non è nuovo, come dovrebbe sapere il mensile, visto che le connessioni tra Darwin e le filosofie materialiste/belliciste del XX secolo sono tranquillamente ammesse dagli storici. Bisognerebbe almeno sapere che il filosofo Herbert Spencer, fautore del ben noto "darwinismo sociale" (di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze), riteneva che la “lotta per la sopravvivenza” fosse il criterio base della convivenza umana. Altro che bazzecole! Eppure per “Le Scienze” tali connubi rimangono “infondati”. Ma non finisce qui. Se anche Darwin fosse davvero responsabile dei disastri del Novecento, prosegue l’articolo, la sua teoria dovrebbe comunque rimanere in piedi, visto che è “corroborata da prove di ogni tipo”. Ma qui la reprimenda, per quanto "scientifica", veste i colori del rimasuglio ideologico da Belle Epoque. Perché è notorio che Darwin si sia sbagliato su alcuni aspetti decisivi. Ad esempio, Darwin predicava il mutamento graduale degli esseri viventi, mentre i dati raccolti in molti casi lo hanno seccamente smentito, tant’è che è stato coniato il termine saltazionismo (le specie evolvono sì ma a salti improvvisi, rimanendo la maggior parte del tempo fisse. Il perché rimane un mistero). Ma queste cose non ci verranno mai dette da "Le Scienze". Purtroppo, anche a Natale, ci tocca sorbire gli articoli accigliati della maggiore rivista di divulgazione scientifica italiana, contraddistinti da una severità che rasenta il dogmatismo.