Il 23 febbraio 2015 ha infranto il muro dei 19 milioni di "seguaci" e tra circa un mese, sicuramente, raggiungerà anche quota 20. I nove account registrati per conto di Papa Francesco su twitter salgono infatti a un ritmo impressionante e regolare. Con Benedetto XVI si era arrivati a 3 milioni 300 mila in un anno. Grande intuizione del Papa teologo e riuscito sbarco nella roccaforte del web social. Ora Bergoglio sta polverizzando tutti i record possibili e immaginabili.
Dal 17 marzo (giorno del primo tweet) ad oggi ha sestuplicato i suoi "followers". Come è noto, il sito permette a chiunque, tramite una semplice registrazione, di pubblicare brevi messaggi che non superino i famosi 140 caratteri. Sulla piattaforma imperversa spesso il gossip più trito e banale (recentemente, ad esempio, si è scatenata una discussione mondiale per decidere il colore di un abito). Ma forse proprio per questo Bergoglio ne ha fatto un'ennesima terra di frontiera, un "non-luogo" digitale di uscita verso le periferie del mondo, verso i senza-Chiesa. La sorpresa è che funziona. Anche nel regno del chiacchiericcio e degli hashtag, il messaggio cattolico riesce a farsi spazio con risultati che non avremmo mai immaginato (anche se ovviamente i soli numeri non dicono tutto). Ma quello che colpisce è soprattutto la grande capacità comunicativa di Francesco nel web social. Con il suo linguaggio colorito, immediato, tagliente, evocativo, ottimistico, profondo, coraggioso, il pontefice venuto "dalla fine del mondo" ha conquistato tutti. Stringatissimi eppure profondi, gli "apoftegmi" del Papa vengono sempre ritwittati, commentati, linkati sui siti web (e addirittura pubblicati su una collana specifica della Libreria Editrice Vaticana). E l'incredibile è che i twitt del Papa sono seri, serissimi. Spesso parlano di conversione, di peccato, di perdono, di misericordia, E uno dei più apprezzati di sempre invita addirittura al silenzio: "Quanto rumore nel mondo!
Impariamo a stare in silenzio davanti a noi stessi e davanti a Dio" (19 novembre 2014).