Nel corso della visita al Duomo di Milano, dove Papa Francesco ha avuto oggi un lungo dialogo con i sacerdoti e le religiose della Diocesi ambrosiana, è arrivata come un fulmine a ciel sereno la domanda di una suora orsolina. “Siamo minorità nella società. Che cosa dobbiamo fare?”. Bergoglio ha improvvisato a braccio, mettendo da parte il foglio con le risposte che aveva sul tavolo. E ha fatto un elogio della Chiesa di minoranza, di sapore molto ratzingeriano.
“Credo – queste le parole trascritte sul sito del Vaticano – che uno dei motivi che ci frenano o ci tolgono la gioia sta in questo aspetto. Le nostre congregazioni non sono nate per essere la massa, ma un po’ di sale e un po’ di lievito, che avrebbe dato il proprio contributo perché la massa crescesse; perché il Popolo di Dio avesse quel ‘condimento’ che gli mancava. Per molti anni abbiamo avuto la tentazione di credere, e in tanti siamo cresciuti con l’idea che le famiglie religiose dovessero occupare spazi più che avviare processi, e questa è una tentazione. Noi dobbiamo avviare processi, non occupare spazi”. Dopo aver parlato della tentazione delle statistiche, che creano solo illusioni, ha aggiunto: “Io non ho mai visto un pizzaiolo che per fare la pizza prenda mezzo chilo di lievito e 100 grammi di farina, no. E’ al contrario. Il lievito, poco, per far crescere la farina. Oggi la realtà ci interpella, oggi la realtà ci invita ad essere nuovamente un po’ di lievito, un po’ di sale”. Quindi la riflessione più forte: “Le strade del Signore sono come Lui vuole che siano. Ma ci farà bene fare un atto di fiducia: è Lui che conduce la storia! E’ vero. Noi facciamo di tutto per crescere, per essere forti… Ma non la rassegnazione. Avviare processi. Oggi la realtà ci interpella, ripeto, la realtà ci invita ad essere nuovamente un po’ di lievito, un po’ di sale. Potete pensare un pasto con molto sale? Nessuno lo mangerebbe. Oggi, la realtà, per molti fattori che non possiamo ora fermarci ad analizzare, ci chiama ad avviare processi più che occupare spazi, a lottare per l’unità più che attaccarci a conflitti passati, ad ascoltare la realtà, ad aprirci alla ‘massa’, al santo Popolo fedele di Dio, al tutto ecclesiale. Aprirci al tutto ecclesiale. Una minoranza benedetta, che è invitata nuovamente a lievitare, lievitare in sintonia con quanto lo Spirito Santo ha ispirato nel cuore dei vostri fondatori e nel cuore di voi stesse. Questo è quello che ci vuole oggi”. La Chiesa, quindi, una “minoranza benedetta” che, proprio come il lievito e il sale, ha il compito di inserirsi nella massa, per farla crescere e darle sapore. L’ecclesiologia bergogliana ha questo elemento di rottura con il passato piuttosto recente del venticinquennio wojtyliano, che d’altra parte, giunto al suo tramonto, era giunto anch’esso alla constatazione dell’“apostasia silenziosa” dell’Occidente. Benedetto XVI nutriva serie riserve sulla Chiesa di massa e, da cardinale, aveva avuto espressioni molto nette al riguardo. Nel libro intervista con Peter Seewald uscito nel 1997, dal titolo programmatico Il sale della terra, l’allora prefetto dell’ex Sant’Uffizio aveva profetizzato per il futuro una “chiesa di minoranza che vivrà in piccoli gruppi di persone veramente convinte e credenti”. Da Papa, usò la stessa espressione nel 2009 sul volo aereo che lo conduceva a Praga: “Direi – disse – che normalmente sono le minoranze creative che determinano il futuro, e in questo senso la Chiesa cattolica deve comprendersi come minoranza creativa che ha un’eredità di valori che non sono cose del passato, ma sono una realtà molto viva ed attuale”. Qualcuno criticò l’ecclesiologia “delle élites” proposta da Ratzinger, sostenendo (a torto) che l'evangelizzazione ne sarebbe risultata introversa e autoreferenziale. Non è così. Benedetto XVI aveva in mente un'evangelizzazione per attrazione, un concetto ribadito miriadi di volte dallo stesso Bergoglio. Che ha usato il linguaggio del suo predecessore nel corso della visita alla diocesi più popolosa del mondo. Lo Stadio di San Siro era pieno di giovani, questa sera, per salutare con affetto il Papa argentino, reduce dalla messa oceanica a Monza. Ma ormai è vietato farsi illusioni. Il tempo della Chiesa di massa sembra essere definitivamente tramontato. Inizia l'epoca della Chiesa-lievito.