sabato 3 settembre 2016

Nell’umile stanza di Madre Teresa a Roma. La povertà esemplare di una santa ricca di misericordia. In esclusiva per i lettori di Pontifex Optimus Maximus

Si trova nel convento di San Gregorio al Celio l’umilissima “cella” nella quale Madre Teresa di Calcutta si concedeva qualche ora di sonno e di riposo durante i suoi soggiorni a Roma. Il luogo è oggi custodito con grande venerazione dalle Missionarie della Carità, l’istituto religioso sorto in India nel 1950 per il soccorso dei poveri. A Roma Madre Teresa aprì tre case, la prima nel ’68 e le altre negli anni ’80 grazie all’appoggio di Giovanni Paolo II, tra cui una mensa per i poveri dedicata a Santa Marta in Vaticano. Il luogo in cui la piccola Madre Teresa si ritirava non aveva niente di straordinario. Tutto era ed è rimasto come allora: un letto di legno, un armadietto, una piccola libreria, un crocefisso.

Le suore hanno conservato alcuni oggetti personali: un piatto, una forchetta, un cucchiaio, un abito. A visitarla vengono i brividi. In questa umilissima camera la piccola suora di Skopje parlava con quel Dio che incontrava nei più derelitti della terra, i suoi amati poveri. Domani la solenne canonizzazione in piazza San Pietro officiata da Papa Francesco, l’evento forse più significativo di questo Giubileo straordinario.