Le parole scandite con fermezza, il volto sereno come sempre. Nell’Angelus di ieri Francesco ha parlato, a sorpresa, del furto e della divulgazione di documenti riservati della Santa Sede sul quale sta indagando la magistratura vaticana da diversi mesi. L’escalation dell’inchiesta, che ha portato all’arresto dei due presunti “corvi” poco prima dell’uscita dei libri di Fittipaldi e di Nuzzi, ha spinto il Papa a parlare di questi fatti alla luce del sole, dalla finestra del Palazzo Apostolico.
“Voglio assicurarvi che questo triste fatto non mi distoglie certamente dal lavoro di riforma che stiamo portando avanti con i miei collaboratori e con il sostegno di tutti voi. Sì, con il sostegno di tutta la Chiesa”. Le parole non dicono tutto. C’è una gestualità empatica, una voce che vibra di calore, e ci sono, in mezzo, gli applausi scroscianti della folla. Perché, dall'alto della sua finestra, il Papa argentino è sembrato voler abbracciare tutti, coinvolgere ogni battezzato, per superare questo momento di difficoltà. “La Chiesa – ha aggiunto – si rinnova con la preghiera e con la santità quotidiana di ogni battezzato”. Ed è proprio questa dimensione centripeta e “normale” della fede che sta alla base della strategia intrapresa da Francesco dall’inizio del suo pontificato. Dalle prime, stupende parole sulla Chiesa “povera e per i poveri”, alla riflessione di ieri sulla vedova “che Gesù, tra lo sconcerto dei discepoli, fa salire in cattedra”, perché guidata dalla pienezza della fede piuttosto che dalla sua vuota ostentazione. Un vangelo predicato sine glossa, a partire dai piccoli. Prospettive rovesciate che si traducono in atti concreti di rinnovamento. Scelte che fanno tremare. Ma il ministero del Successore di Pietro acquista tanto in credibilità quanto più si fa semplice e libero delle strutture di corte, dei cerimoniali di potere. Francesco non è solo. E lo sa. Intorno a lui ha chiamato a raccolta quel popolo di cui sente il profumo e l’odore, quel popolo che l’ha immediatamente riconosciuto come il suo Pastore, fin dal giorno dell’elezione. Era una serata fredda e umida. Il neoeletto pontefice chiese, inaspettatamente, una specie di “unzione”, una preghiera corale prima di cominciare il suo mandato. E così fu. Da allora il legame di comunione tra Francesco e la Chiesa è diventato sempre più intenso, e proprio in questo legame (oltre che, ovviamente, nel rapporto di fiducia con i suoi stretti collaboratori) sta la spinta più forte al rinnovamento messo in moto con determinazione.