Da un punto di vista artistico è stato notato un certo recupero dei repertori antichi, talvolta con estremo studio e ricerca dei documenti originali, affiancato tuttavia da autori nuovi e sperimentali, mai uditi prima alle latitudini papali. Mentre a livello organizzativo si è visto uno stile completamente diverso rispetto al passato, dove ogni evento liturgico è stato considerato come una “produzione musicale”, con lo scopo di ottimizzare la resa delle performance canore soprattutto a livello mediatico. Sotto la direzione di mons. Palombella la Sistina è stata protagonista di grandi celebrazioni, come la Messa di inizio pontificato di Francesco, quella per la beatificazione di San Giovanni Paolo II e San Giovanni XXIII, quella per l’inizio del Giubileo della Misericordia. Da circa un anno, tuttavia, il clima era diventato pesante in cantoria a seguito di un’inchiesta interna su una presunta frode economica, sulla quale si sta facendo luce. Con le dimissioni dell’ormai ex direttore Palombella, inizia ufficialmente il giro di voci sui possibili successori. In queste ore il nome che sta circolando è quello di Ildebrando Mura Ferrari, attuale direttore della Cappella di S. Luigi dei Francesi a Roma. Si fa anche il nome di mons. Marco Frisina. Accostato alla Sistina periodicamente, ha dalla sua una grandissima esperienza e popolarità, nonché una lunga direzione alla Basilica Lateranense. Infine si parla anche di mons. Marcos Pavan, nominato proprio oggi direttore ad interim della cantoria. È il profilo probabilmente più interno e forse più apprezzato dal coro, del quale è da tempo direttore dei pueri cantores. Mons. Pavan è stato inoltre una bellissima voce solista nelle cerimonie di Giovanni Paolo II dirette all’epoca da mons. Liberto, al quale potrebbe ipoteticamente ispirarsi per riportare la corale a una certa stabilità.
Il Blog di Antonio Marguccio. Per difendere la Santa Chiesa Cattolica e il Papa
mercoledì 10 luglio 2019
Cambia la musica in Vaticano. Con l’addio di Palombella è già totosuccessore
Poche ore fa la sala stampa vaticana ha reso noto che il direttore della Cappella musicale Sistina, mons. Massimo Palombella, ha deciso di terminare il suo incarico, che sarebbe scaduto tra poco più di un anno dopo il rinnovo ad quinquennium nel 2015. Alla guida della Sistina dal 2010, la schola cantorum deputata alle solenni celebrazioni papali in San Pietro, nonché emblema della musica sacra cattolica, ha conosciuto sotto la guida del salesiano una stagione di rinnovamento secondo alcuni, di decadenza secondo altri.
Da un punto di vista artistico è stato notato un certo recupero dei repertori antichi, talvolta con estremo studio e ricerca dei documenti originali, affiancato tuttavia da autori nuovi e sperimentali, mai uditi prima alle latitudini papali. Mentre a livello organizzativo si è visto uno stile completamente diverso rispetto al passato, dove ogni evento liturgico è stato considerato come una “produzione musicale”, con lo scopo di ottimizzare la resa delle performance canore soprattutto a livello mediatico. Sotto la direzione di mons. Palombella la Sistina è stata protagonista di grandi celebrazioni, come la Messa di inizio pontificato di Francesco, quella per la beatificazione di San Giovanni Paolo II e San Giovanni XXIII, quella per l’inizio del Giubileo della Misericordia. Da circa un anno, tuttavia, il clima era diventato pesante in cantoria a seguito di un’inchiesta interna su una presunta frode economica, sulla quale si sta facendo luce. Con le dimissioni dell’ormai ex direttore Palombella, inizia ufficialmente il giro di voci sui possibili successori. In queste ore il nome che sta circolando è quello di Ildebrando Mura Ferrari, attuale direttore della Cappella di S. Luigi dei Francesi a Roma. Si fa anche il nome di mons. Marco Frisina. Accostato alla Sistina periodicamente, ha dalla sua una grandissima esperienza e popolarità, nonché una lunga direzione alla Basilica Lateranense. Infine si parla anche di mons. Marcos Pavan, nominato proprio oggi direttore ad interim della cantoria. È il profilo probabilmente più interno e forse più apprezzato dal coro, del quale è da tempo direttore dei pueri cantores. Mons. Pavan è stato inoltre una bellissima voce solista nelle cerimonie di Giovanni Paolo II dirette all’epoca da mons. Liberto, al quale potrebbe ipoteticamente ispirarsi per riportare la corale a una certa stabilità.
Da un punto di vista artistico è stato notato un certo recupero dei repertori antichi, talvolta con estremo studio e ricerca dei documenti originali, affiancato tuttavia da autori nuovi e sperimentali, mai uditi prima alle latitudini papali. Mentre a livello organizzativo si è visto uno stile completamente diverso rispetto al passato, dove ogni evento liturgico è stato considerato come una “produzione musicale”, con lo scopo di ottimizzare la resa delle performance canore soprattutto a livello mediatico. Sotto la direzione di mons. Palombella la Sistina è stata protagonista di grandi celebrazioni, come la Messa di inizio pontificato di Francesco, quella per la beatificazione di San Giovanni Paolo II e San Giovanni XXIII, quella per l’inizio del Giubileo della Misericordia. Da circa un anno, tuttavia, il clima era diventato pesante in cantoria a seguito di un’inchiesta interna su una presunta frode economica, sulla quale si sta facendo luce. Con le dimissioni dell’ormai ex direttore Palombella, inizia ufficialmente il giro di voci sui possibili successori. In queste ore il nome che sta circolando è quello di Ildebrando Mura Ferrari, attuale direttore della Cappella di S. Luigi dei Francesi a Roma. Si fa anche il nome di mons. Marco Frisina. Accostato alla Sistina periodicamente, ha dalla sua una grandissima esperienza e popolarità, nonché una lunga direzione alla Basilica Lateranense. Infine si parla anche di mons. Marcos Pavan, nominato proprio oggi direttore ad interim della cantoria. È il profilo probabilmente più interno e forse più apprezzato dal coro, del quale è da tempo direttore dei pueri cantores. Mons. Pavan è stato inoltre una bellissima voce solista nelle cerimonie di Giovanni Paolo II dirette all’epoca da mons. Liberto, al quale potrebbe ipoteticamente ispirarsi per riportare la corale a una certa stabilità.