Ieri è stato il giorno della riapertura della Scala Santa a Roma dopo un lungo restauro. Per l’occasione, centinaia di fedeli (v. foto) hanno potuto di nuovo salire in ginocchio i gradini che la tradizione identifica con il Pretorio di Ponzio Pilato, da sempre una delle memorie più significative della passione di Gesù Cristo. L’edificio ha una lunga storia, che abbraccia il medioevo e il Rinascimento.
Non solo la scalinata, ma anche il Sancta Sanctorum che custodisce e mostra l’immagine acheropita del Salvatore, attira ogni anno centinaia di migliaia di pellegrini. La cappella è considerata “il luogo più santo” del mondo (“Non est in toto sanctior orbe loco”, così recita una celebre iscrizione in latino). In occasione di questo importante intervento è stato deciso di togliere, per 60 giorni, le assi di legno poste nel XVIII secolo a scopo protettivo, permettendo così il contatto con il vivo marmo da parte di tutti coloro che desiderano vivere un momento di intensa devozione.
Purtroppo, però, come già segnalai in un mio post un anno fa, non è cambiata l’incresciosa condizione della facciata di ingresso, ancora oltraggiata da una delle innumerevoli gigantografie pubblicitarie che da anni caratterizzano in negativo il restauro del complesso architettonico (in foto quella di ieri). Peccato per questa vistosa mancanza di rispetto, anche nel giorno della riapertura al pubblico.