giovedì 7 maggio 2015

Il Giubileo della Misericordia sarà molto social. Lanciato il sito ufficiale in 7 lingue con 5 collegamenti ai social network e presentato il logo con l’immagine del Buon Pastore.

L’8 dicembre 2015 Papa Francesco aprirà la Porta Santa della Basilica di San Pietro e darà inizio al Giubileo della Misericordia. Per la prima volta nella storia  l’evento avrà una copertura digitale fortissima, incredibilmente superiore al Giubileo del 2000. In quel caso le strategie comunicative della Chiesa passarono per canali “tradizionali” come la TV, le riviste cartacee e la Radio Vaticana (potenziata per l’occasione). Discreto fu il riverbero su internet, che non era, all’epoca, il monstrum attuale. Nel giro di 15 anni è cambiato tutto. Oggi la regola fondamentale del web 2.0 (così chiamato proprio per marcare le differenze da quello "primordiale") è la condivisione. Per questo uno degli obiettivi del Pontificio Consiglio della Nuova Evangelizzazione diretto da mons. Salvatore Fisichella è rendere l’evento il più possibile social.
Nei mesi passati il dicastero ha iniziato a diffondere notizie, link e contenuti su Twitter e Facebook, dimostrando di comprendere appieno il nuovo stile minimalistico, ma capillare, imposto dalle nuove forme di interazione. È il tentativo di permeare la cultura digitale al suo interno con una comunicazione informale, discreta, breve, ma continua e intuitiva. Non a caso il lancio ufficiale del sito in 7 lingue (italiano, inglese, spagnolo, francese, portoghese, polacco, tedesco) si caratterizza per un’appariscente condivisione su ben cinque social network (oltre a Twitter e Facebook, Instagram, Google Plus e Flickr). È allo studio anche un’apposita app per seguire gli eventi del Giubileo. Questo approccio segue in un certo senso la logica dello “sporcarsi le mani” che sta caratterizzando il pontificato di Francesco. Rendendo il flusso comunicativo “omeopatico”, si può giungere davvero fino agli estremi confini del cyberspazio e alle “periferie esistenziali” di bergogliana memoria, che sono poi, anche, le periferie della nostra vita quotidiana ormai immersa in questa cultura liquida che è il digitale. Correndo il rischio, consapevolmente, di esporsi ai tanti problemi di questa cultura, siano essi contenutistici (come i fenomeni di stupidità collettiva) oppure strutturali. Infatti una comunicazione ecclesiastica che vuole digitalizzarsi e dunque decentralizzarsi si espone alla precarietà e può eventualmente fluttuare. E comunque, la sfida è di quelle appassionanti. Il logo appare emblematico delle finalità, comunicative oltre che pastorali e teologiche, messe in campo per questo Giubileo Straordinario. Rappresenta infatti il Buon Pastore che porta i segni della crocifissione e si carica sulle spalle l’uomo ferito, diventa anzi quasi un tutt’uno con esso. “Misericordiosi come il Padre”, il motto posto a fianco dell’“icona”, esprime il desiderio di comprensione e di empatia che la Chiesa intende mostrare verso l’uomo contemporaneo. Forse più social che in passato, ma sempre bisognoso dell’amore di Dio.