domenica 25 agosto 2013

Un Papa che regala lo zucchetto. Francesco e la rivoluzione dei gesti

Il 17 aprile scorso, prima dell’udienza generale, Papa Francesco stava facendo un giro sulla campagnola quando un fedele gli ha offerto dalle transenne uno zucchetto. Bergoglio non ci ha pensato su due volte e lo ha scambiato con quello che indossava. Per tutta la mattinata ha presenziato in piazza San Pietro con quel copricapo vistosamente artigianale e forse non proprio della sua taglia. Da allora lo scambio degli zucchetti sembra essere diventato un “rito” simpatico che scandisce quasi tutti i bagni di folla del nuovo pontefice.
  A Rio se ne sono viste anche di più curiose. Ad esempio, durante la sfilata in mezzo a milioni di giovani riuniti per la veglia di preghiera, ha fatto fermare la papamobile per sorseggiare un po’ di mate (una bevanda tipica brasiliana leggermente alcolica) addirittura da una cannuccia. E che dire dell’automobile ufficiale scelta per il viaggio, una comunissima Fiat Idea al posto dell’ormai d’obbligo limousine di ordinanza? In questi mesi Francesco si è dimostrato un comunicatore  forte, schietto, che non teme la vicinanza delle folle, e anzi sembra cercare continuamente il contatto con il Popolo di Dio, in particolare gli ammalati. Nell’omelia della Messa crismale ha spronato i sacerdoti ad avere l’“odore delle pecore” e ad ungere con l’olio della grazia, espressioni che trovano nei suoi gesti un’eloquente conferma.  La stessa uscita sulla loggia di San Pietro la sera dell’elezione (e il sottoscritto era presente) è stata improntata a una francescana semplicità che ha colto subito nel segno (via la mozzetta rossa, l’impatto era quello di un semplice Vescovo completamente vestito di bianco). Non è un caso che i mass media di tutto il mondo si siano dilungati sul crocifisso di vile “metallo” anziché d’oro. Quella sera cominciai a pensare che l’umiltà di Francesco, più che una rivoluzione “vaticana”, era una sfida lanciata proprio a noi, cristiani spesso “inamidati” e attaccati al bon ton. Proprio come San Francesco iniziò il suo apostolato spogliandosi davanti al Vescovo di Assisi, così Papa Francesco ha cominciato a parlarci con i gesti di una “diminuzione” del superfluo, con la forza di un disinteresse per i beni materiali e le insegne altisonanti. Per andare al cuore del messaggio. La “nudità di Dio”, ha affermato nel memorabile discorso all’episcopato brasiliano, spesso ci sconvolge. Ma è proprio questa la sfida.