lunedì 4 ottobre 2010

“Coraggio, cari giovani e famiglie di Sicilia! Siate santi!”. Il forte appello di Benedetto XVI a Palermo.



Una visita breve ma intensa quella che ha portato per la prima volta Benedetto XVI in Sicilia. Invitato in occasione dell'incontro ecclesiale di giovani e famiglie organizzato dalla Conferenza Episcopale dell'Isola – che è stato il cuore del pellegrinaggio – il Pontefice non ha esitato a mettere il dito sulla piaga e ad additare temi scottanti che affliggono la società siciliana come la criminalità organizzata, il precariato e la disoccupazione giovanile, l'incertezza del futuro a causa dei problemi del Sud. Ma ha risposto anche con incrollabile certezza sulla forza della fede.
“La fede – dice nell'omelia al Foro Italico di Palermo – vi dona la forza di Dio per essere sempre fiduciosi e coraggiosi, per andare avanti con nuova decisione, per prendere le iniziative necessarie a dare un volto sempre più bello alla vostra terra”. Anche davanti all'“opposizione del mondo”, il cristiano è portatore di un ideale dirompente che scuote tutto l'uomo: nella sua interiorità come nelle relazioni sociali. “Chi è saldamente fondato sulla fede – spiega –, chi ha piena fiducia in Dio e vive nella Chiesa, è capace di portare la forza dirompente del Vangelo”. Al contrario, “la tentazione dello scoraggiamento, della rassegnazione, viene a chi è debole nella fede”. Le giovani generazioni possono contare su figure luminose di santi della Sicilia. Nei suoi discorsi ufficiali Benedetto XVI ne ricorda alcune: la Beata Pina Suriano, le Venerabili Maria Carmelina Leone e Maria Magro, i Servi di Dio Rosario Livatino, Mario Giuseppe Restivo e don Pino Puglisi. Quest'ultimo, ucciso dalla mafia nel 1993, eccezionale figura di sacerdote per l'educazione dei giovani, viene messo particolarmente in risalto e menzionato  in ogni appuntamento. “Vi esorto – dice ai sacerdoti e religiosi della Diocesi incontrati nella cattedrale di Palermo – a conservare viva memoria della sua feconda testimonianza sacerdotale imitandone l’eroico esempio”. Don Puglisi è figura chiave e filo conduttore delle esortazioni di Benedetto XVI perché esprime l'importante sintesi tra l'orizzontalità dell'impegno sociale e la verticalità che guarda alla prospettiva di Dio e al Suo piano di salvezza. In tal senso, una particolare sollecitudine è dedicata alle forme di consacrazione “radicale”, oggi vero segno di contraddizione, quali la vita monastica o di clausura. “La vostra stessa presenza e il vostro stile – sottolinea il Papa – infondono alla Comunità ecclesiale un prezioso impulso verso la 'misura alta' della vita”. Tappa centrale della visita è l'incontro con i giovani a Piazza Politeama. Benedetto XVI è visibilmente felice di quell'appuntamento: “Il Vescovo di Roma va dovunque per confermare i cristiani nella fede – nota –, ma torna a casa a sua volta confermato dalla vostra fede, dalla vostra gioia, dalla vostra speranza!”. Ribadisce la sua grande fiducia nelle generazioni che hanno conservato la ricchezza della fede e un bagaglio di valori cristiani ancora vivi (come la centralità della famiglia e della vita) anche se lasciati ai margini della risonanza mediatica. Ricorda la figura di Chiara Badano, la giovane morta a 19 anni e recentemente beatificata. Il bene spesso “non fa notizia, perché il male fa più rumore”, e allora li invita ad essere “come una foresta che cresce, forse silenziosa, ma capace di dare frutto, di portare vita e di rinnovare in modo profondo la vostra terra!”. Quindi il forte monito che ricorda gli appelli che furono anche di Giovanni Paolo II: “Non cedete alle suggestioni della mafia, che è una strada di morte, incompatibile con il Vangelo”. Il soggetto del cambiamento è proprio la famiglia, il “terreno fertile”, la “piccola Chiesa” nella quale si incontra Dio in forza del sacramento del matrimonio e che, inserita nella “grande Chiesa”, fa crescere la persona. Il Papa termina il suo discorso portando con sé la testimonianza di fede dei giovani che lo hanno ascoltato: “I volti dei tanti giovani di questa terra che hanno amato Cristo con radicalità evangelica; i vostri stessi volti, come un mosaico! Ecco il dono più grande che abbiamo ricevuto: essere Chiesa, essere in Cristo segno e strumento di pace, di unità, di vera libertà. Nessuno può toglierci questa gioia! Nessuno può toglierci questa forza! Coraggio, cari giovani e famiglie di Sicilia! Siate santi!”. A conclusione della visita Benedetto XVI ha fatto sosta in autostrada sul luogo della strage di Capaci, dove il 23 maggio 1992 venne ucciso Giovanni Falcone assieme alla moglie e alla scorta.