Una visita breve ma intensa quella che ha portato per la prima volta
Benedetto XVI in Sicilia. Invitato in occasione dell'incontro ecclesiale di giovani
e famiglie organizzato dalla Conferenza Episcopale dell'Isola – che è stato il
cuore del pellegrinaggio – il Pontefice non ha esitato a mettere il dito sulla piaga e ad
additare temi scottanti che affliggono la società siciliana come la
criminalità organizzata, il precariato e la disoccupazione giovanile,
l'incertezza del futuro a causa dei problemi del Sud.
Ma ha risposto anche con incrollabile certezza sulla forza della fede.
“La fede – dice nell'omelia al Foro Italico di Palermo
– vi dona la forza di Dio per essere sempre fiduciosi e coraggiosi, per andare
avanti con nuova decisione, per prendere le iniziative necessarie a dare un
volto sempre più bello alla vostra terra”. Anche davanti all'“opposizione del
mondo”, il cristiano è portatore di un ideale dirompente che scuote tutto
l'uomo: nella sua interiorità come nelle relazioni sociali. “Chi è saldamente
fondato sulla fede – spiega –, chi ha piena fiducia in Dio e vive nella Chiesa,
è capace di portare la forza dirompente del Vangelo”. Al contrario, “la
tentazione dello scoraggiamento, della rassegnazione, viene a chi è debole
nella fede”. Le giovani generazioni possono contare su figure luminose di santi
della Sicilia. Nei suoi discorsi ufficiali Benedetto XVI ne ricorda alcune: la
Beata Pina Suriano, le Venerabili Maria Carmelina Leone e Maria Magro, i Servi
di Dio Rosario Livatino, Mario Giuseppe Restivo e don Pino Puglisi.
Quest'ultimo, ucciso dalla mafia nel 1993, eccezionale figura di sacerdote per
l'educazione dei giovani, viene messo particolarmente in risalto e
menzionato in ogni appuntamento. “Vi
esorto – dice ai sacerdoti e religiosi della Diocesi incontrati nella
cattedrale di Palermo – a conservare viva memoria della sua feconda
testimonianza sacerdotale imitandone l’eroico esempio”. Don Puglisi è figura
chiave e filo conduttore delle esortazioni di Benedetto XVI perché esprime
l'importante sintesi tra l'orizzontalità dell'impegno
sociale e la verticalità che guarda alla prospettiva di Dio e al Suo piano di
salvezza. In tal senso, una particolare sollecitudine è dedicata alle forme di
consacrazione “radicale”, oggi vero segno di contraddizione, quali la vita
monastica o di clausura. “La vostra stessa presenza e il vostro stile –
sottolinea il Papa – infondono alla Comunità ecclesiale un prezioso impulso
verso la 'misura alta' della vita”. Tappa centrale della visita è l'incontro
con i giovani a Piazza Politeama.
Benedetto XVI è visibilmente felice di quell'appuntamento: “Il Vescovo di Roma
va dovunque per confermare i cristiani nella fede – nota –, ma torna a casa a
sua volta confermato dalla vostra fede, dalla vostra gioia, dalla vostra
speranza!”. Ribadisce la sua grande fiducia nelle generazioni che hanno
conservato la ricchezza della fede e un bagaglio di valori cristiani ancora
vivi (come la centralità della famiglia e della vita) anche se lasciati ai
margini della risonanza mediatica. Ricorda la figura di Chiara Badano, la
giovane morta a 19 anni e recentemente beatificata. Il bene spesso “non fa
notizia, perché il male fa più rumore”, e allora li invita ad essere “come una
foresta che cresce, forse silenziosa, ma capace di dare frutto, di portare vita
e di rinnovare in modo profondo la vostra terra!”. Quindi il forte monito che
ricorda gli appelli che furono anche di Giovanni Paolo II: “Non cedete alle
suggestioni della mafia, che è una strada di morte, incompatibile con il
Vangelo”. Il soggetto del cambiamento è proprio la famiglia, il “terreno
fertile”, la “piccola Chiesa” nella quale si incontra Dio in forza del
sacramento del matrimonio e che, inserita nella “grande Chiesa”, fa crescere la
persona. Il Papa termina il suo discorso portando con sé la testimonianza di
fede dei giovani che lo hanno ascoltato: “I volti dei tanti giovani di questa
terra che hanno amato Cristo con radicalità evangelica; i vostri stessi volti,
come un mosaico! Ecco il dono più grande che abbiamo ricevuto: essere Chiesa,
essere in Cristo segno e strumento di pace, di unità, di vera libertà. Nessuno
può toglierci questa gioia! Nessuno può toglierci questa forza! Coraggio, cari
giovani e famiglie di Sicilia! Siate santi!”. A conclusione della visita
Benedetto XVI ha fatto sosta in autostrada sul luogo della strage di Capaci,
dove il 23 maggio 1992 venne ucciso Giovanni
Falcone assieme alla moglie e alla scorta.