Esattamente due anni fa, per la messa della vigilia di Natale del 2017, un organo elettronico della ditta statunitense Allen veniva usato dalla Cappella Musicale Sistina in sostituzione dell’organo a canne della Basilica. La scelta epocale faceva gridare allo scandalo da più parti ed era motivo di indignazione che dava il via ad una formale e spassionata petizione, destinata al cardinale Robert Sarah (prefetto della Congregazione per il Culto divino) con circa duemila sottoscrizioni.
Per una curiosa ironia della sorte, uno degli argomenti tirati in ballo da quella che sembrava l’ennesima “fronda” conservatrice di questi tempi così strani, ma che in realtà era solo una genuina esternazione dettata dallo sbigottimento generale, riguardava proprio il Vaticano II, che nella costituzione liturgica Sacrosanctum Concillium esprime tutto il suo apprezzamento per l’organo a canne e raccomanda di tenerlo “in grande onore” (n. 120). Possibile che proprio nelle messe del Papa il “re degli strumenti”, come lo chiamava Mozart, fosse messo a tacere da un banale organo campionato, di quelli usati nelle piccole parrocchie? Per due anni la protesta è rimasta inascoltata. Alcuni continuavano ad ironizzare sulla faccenda, proponendo la vendita delle canne di piombo ormai inutilizzate. Eppure l’Allen di San Pietro aveva i giorni contati. Il cambio di bacchetta nella Cappella Musicale Sistina, ovvero la staffetta Palombella-Pavan (con quest’ultimo incaricato di dirigere la schola cantorum papale per un periodo di tempo non specificato) avvenuta questa estate, sembra aver generato un discreto quanto importante passo indietro, in quanto lo strumento americano è stato subito accantonato per ridare fiato e voce al doppio organo a canne di cui la Basilica dispone da circa un secolo e mezzo. La scelta è passata in sordina, praticamente non se ne è accorto nessuno. Per amore dei particolari, però, mi sembrava doveroso parlarne nel mio blog, anche a motivo delle polemiche che erano scoppiate solo due anni fa e che qui erano state riportate. La musica proposta dalla nuova Cappella Sistina ha avuto a mio modo di vedere un buon impatto nelle cerimonie pontificie. Si è notato un maggior accompagnamento d’organo, anche grazie all’utilizzo dell’espressivo, una prassi che ha ricordato quella di mons. Liberto negli anni ’90 e Duemila. Ma non solo. Anche il gregoriano, forse il vero problema negli ultimi anni, è tornato alla sua spontaneità e potenza grazie ad esecuzioni impeccabili.