"Quale grande menzogna si nasconde dietro certe espressioni che insistono tanto sulla 'qualità della vita', per indurre a credere che le vite gravemente affette da malattia non sarebbero degne di essere vissute!". È il passaggio più forte contenuto nel Messaggio di Francesco per la XXIII Giornata Mondiale del malato che si è celebrata ieri, ispirata a un passo del libro di Giobbe ("Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo").
Il Papa ha sottolineato con forza che la sofferenza è "sapientia cordis", sapienza del cuore, se vissuta nell'ottica della fede. Il tempo passato accanto al malato è "lode a Dio", la malattia può diventare partecipazione alle sofferenze della carne di Cristo. "L’esperienza del dolore - si legge - può diventare luogo privilegiato della trasmissione della grazia e fonte per acquisire e rafforzare la sapientia cordis". Il Papa critica con fermezza le visioni efficientiste della vita che oggi prevalgono nelle nostre società, annichilendo la dignità dell'essere umano e riducendolo a scarto. "Il nostro mondo - scrive - dimentica a volte il valore speciale del tempo speso accanto al letto del malato, perché si è assillati dalla fretta, dalla frenesia del fare, del produrre, e si dimentica la dimensione della gratuità, del prendersi cura, del farsi carico dell’altro. In fondo, dietro questo atteggiamento c’è spesso una fede tiepida, che ha dimenticato quella parola del Signore che dice: 'L’avete fatto a me'". Infine Bergoglio si riallaccia alla Deus Caritas Est proponendo un'evangelizzazione paziente testimoniata dalla carità gratuita. E termina invitando a guardare alla croce salvifica di Cristo: "L’esperienza di Giobbe trova la sua autentica risposta solo nella Croce di Gesù, atto supremo di solidarietà di Dio con noi, totalmente gratuito, totalmente misericordioso. E questa risposta d’amore al dramma del dolore umano, specialmente del dolore innocente, rimane per sempre impressa nel corpo di Cristo risorto, in quelle sue piaghe gloriose, che sono scandalo per la fede ma sono anche verifica della fede".