mercoledì 10 settembre 2025

L'inizio di Papa Leone. Alla ricerca dell'aggettivo perfetto. (Ma forse è un tranello)

Diceva qualcuno che la Chiesa non ha una strategia geopolitica, semplicemente perché, a dispetto di qualsiasi attore geopolitico, non ha un centro, ma è per definizione “universale”. Aveva ragione. Io aggiungerei che, a differenza di qualsiasi attore geopolitico, manca di un altro requisito fondamentale per sembrar tale: non ha una politica in senso proprio, in quanto la sua missione è di tipo “ultrapolitico”, cosa questa che la vede operativa su un livello completamente diverso e che solo di riflesso può avere una ricaduta “mondana”. Eppure, in questi quattro mesi di nuovo pontificato, i famigerati fiumi di inchiostro o di caratteri digitali sono scesi a valanga, descrivendoci con paroloni sopraffini complicate collocazioni geopolitiche internazioni intracuriali sinodali episcopali movimentiste, che vedrebbero la Catholica inserita nell'agone mondiale come un “impero” (proprio così) travagliato al suo interno e in cerca di punti di appoggio e di espansione nei confronti di Stati e culture. Peccato che la Chiesa osservata con tali lenti “laiche” risulti irrimediabilmente deformata come una caricatura di Forattini.