lunedì 21 aprile 2025

Grazie Papa Francesco! Fino alla fine in mezzo a noi!

È il momento del dolore per la perdita inaspettata dell'amato Santo Padre Francesco. Ma anche della gratitudine a Dio che l'ha voluto a sé proprio oggi, il Lunedì dell'Angelo, che ci ricorda di non soffermarci su un sepolcro, ma di proiettarci nell'incontro con il Risorto. Sì, proprio come ci ha insegnato Papa Francesco, è questa una "speranza che non delude". Grazie Santità, per questi dodici anni a guida della Chiesa, tra mille difficoltà e problemi. Grazie per la sua freschezza di vita, grazie per il tanto bene che ha fatto agli uomini del nostro tempo, grazie per la limpidezza con la quale ha parlato, grazie per la semplicità del Vangelo vissuto e annunciato. Ero in piazza San Pietro, quel 13 marzo di dodici anni fa, quando sulla Loggia della Basilica comparve la figura del nuovo Papa. L'impressione fu immediata di grande bontà e serenità di animo e di grande forza spirituale. Quel popolo, da cui volle ricevere una benedizione, è sempre stato al centro del suo ministero. Ricordo che mi colpì molto uno dei suoi primi discorsi, nel quale si domandava come sarebbe stato il suo "tramonto". Adesso lo sappiamo. È stato il tramonto di un Pastore fedele e misericordioso, fino alla fine in mezzo alla gente. Grazie Papa Francesco!

 

sabato 19 aprile 2025

La voce di un soldato per capire Gesù

Non potendo presenziare alla Via Crucis, Papa Francesco ha consegnato ieri uno stupendo testo di spiritualità e di impegno sociale, a commento delle 14 stazioni che hanno scandito la pia devozione nello scenario monumentale del Colosseo. Tra i molti spunti che le meditazioni di Francesco offrono, uno mi è sembrato particolarmente significativo. Quando Gesù muore, il primo a riconoscere in quell'uomo il Figlio di Dio è un soldato, un centurione, che Marco mette quasi a sigillo di tutto il suo vangelo. Luca aggiunge che anche la folla che assiste a quella esecuzione rimane senza parole e addolorata. Scrive Papa Francesco: “Lo percepisce un militare, che osservando da vicino come muori riconosce un nuovo tipo di forza. Lo comprende la folla che aveva gridato contro di te: prima distante, incontra adesso lo spettacolo di un amore mai visto, bellezza che fa ricredere”. C'è questo passo dei vangeli che mi ha sempre profondamente colpito. Sembra che proprio nel momento della fine, umana e tragica, del Nazareno, quando il buio non solo emotivo ma persino fisico di un'eclissi solare comincia ad avvolgere la scena che si sta svolgendo al Golgota, di colpo nasca una nuova certezza, un nuovo inizio. Perché? Che cosa ha visto il centurione da spingersi a quella esclamazione così ardita?